Salinità delle acque

La salinità dei sistemi acquatici è in aumento

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Un mondo sempre più salato

La salinità dell’acqua è la concentrazione di sali disciolti. Non solo il sale comune contribuisce alla salinità dell’acqua, ma anche tutti quei composti che possono dissolversi in ioni nell’ambiente acquatico (ad esempio bicarbonato di sodio, nitrato di potassio, cloruro di magnesio).

Il cambiamento nella salinità dei sistemi acquatici dovuto all’azione umana è chiamato salinizzazione o sindrome da salinizzazione dell’acqua dolce e può avere conseguenze drammatiche per gli ecosistemi acquatici.

Qual è la sua origine e le sue cause principali?

L’attività umana ha alterato l’ingresso dei sali nei sistemi naturali, contribuendo alla salinizzazione di molti sistemi acquatici, come i corsi d’acqua salati che si addolciscono o i fiumi di alta montagna che diventano salinizzati.

Le attività che favoriscono la salinizzazione sono molto diverse. L’agricoltura – ad esempio irrigazione eccessiva, fertilizzanti che includono ioni diversi – è una grande fonte di sali per i sistemi acquatici (tramite pioggia e drenaggio), soprattutto nelle zone più aride.

L’uso del sale per prevenire la formazione di ghiaccio nelle zone fredde, come il Canada, rappresenta un’altra fonte di salinizzazione. Cause più globali sono l’estrazione mineraria, l’industria tessile o l’intrusione marina dovuta, ad esempio, all’innalzamento del livello del mare o allo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere.

Infine, il cambiamento climatico, che altera il ciclo dell’acqua, contribuisce ad aumentare la concentrazione di sali in molte regioni, come il Mediterraneo. Questo altera la quantità e i tipi di sali che sono naturalmente presenti.

Come influisce sugli ecosistemi acquatici?

Qualsiasi cambiamento, aumento o diminuzione che modifichi la concentrazione naturale di sali in un ecosistema può influire sui suoi diversi livelli di organizzazione.

Le specie che vivono in habitat di acqua dolce (fiumi, laghi, zone umide) hanno bisogno di mantenere un equilibrio osmotico tra le concentrazioni di sali nel loro ambiente interno (sangue, cellule) e l’ambiente in cui vivono (acqua). Pertanto, un cambiamento nella concentrazione dei sali può influire seriamente sul loro sviluppo e portarne alla morte.

Allo stesso tempo, la perdita di specie può generare reazioni a cascata nelle comunità (un insieme di specie che abitano lo stesso habitat). Un esempio potrebbe essere la perdita di specie che filtrano alghe microscopiche come i crostacei del genere Daphnia (pulci d’acqua). La sua scomparsa favorisce l’aumento del fitoplancton, che provoca una maggiore torbidità e diminuisce l’ossigeno disciolto nell’acqua.

A livello ecosistemico, gli ioni che formano i sali interagiscono con altri elementi chimici, alterando i cicli di fosforo, azoto e carbonio, che possono portare all’eutrofizzazione delle acque e a maggiori emissioni di anidride carbonica.

Infine, queste conseguenze incidono sulla qualità dell’acqua per uso e consumo umano, causando effetti sul suo uso agricolo o potabilità. Ad esempio, la salinizzazione delle acque ha causato una crisi sanitaria a Flint (Michigan) a causa della mobilitazione del piombo nella rete di approvvigionamento. In Bangladesh la salinizzazione dei pozzi dovuta all’intrusione di acqua di mare ha provocato un esodo umano verso l’interno della regione.

Scopri di più sul fenomeno

Recentemente è stata proposta un’agenda di ricerca per cercare di chiarire questioni ancora poco chiare sulla salinizzazione.

Le attuali conoscenze su questo fenomeno su scala globale sono piuttosto disomogenee geograficamente. Ad esempio, solo in Nord America è stato documentato l’impatto del sale sulle strade e in Africa o in Sud America la salinizzazione è stata poco studiata.

Inoltre, il lavoro attuale ignora in gran parte gli habitat più piccoli, come stagni, che sono fondamentali per la biodiversità regionale. Mancano inoltre informazioni sugli effetti dei diversi tipi di sali nell’ambiente acquatico, nonché sul loro impatto ambientale a scala paesaggistica (ad esempio a livello di bacino idrografico).

A livello biogeochimico, le variazioni delle emissioni di gas serra o delle concentrazioni di nutrienti all’aumentare della salinità non sono state ancora studiate in modo approfondito.

Poco si sa sull’impatto della salinizzazione ai livelli inferiore e superiore della catena alimentare, ad esempio sui microrganismi, che hanno un ruolo chiave nel ciclo dei nutrienti.

Infine, gli impatti a livello genetico – adattamento di alcune specie – e le sue conseguenze a livello evolutivo rimangono un campo poco noto.

Perché la sua gestione è difficile?

La gestione della salinizzazione è complicata a livello tecnico, ma anche politico e sociale. Un esempio potrebbe essere il fiume Llobregat e l’attività mineraria di Súria e Cardona (Catalogna). Per un certo periodo la compagnia mineraria ha negato le proprie responsabilità sulla base del fatto che i sali sono un elemento naturale in tutti gli specchi d’acqua e, allo stesso tempo, le risposte tecniche sono state insufficienti.

Attualmente non esiste una normativa specifica che regoli i limiti dei sali che si possono trovare negli impianti naturali.

Dove ci sta portando l’attuale tendenza?

Nelle regioni del pianeta dove ci saranno meno precipitazioni è previsto un aumento della salinizzazione; un volume d’acqua inferiore implica una maggiore concentrazione di sali in essa. Pertanto, una diminuzione dei flussi e dei livelli dell’acqua porterà inevitabilmente alla sua salinizzazione.

Modellare la salinità degli ecosistemi acquatici sulla base di futuri scenari di cambiamento climatico è quindi una priorità per anticiparne gli effetti e adattarsi a vivere in un mondo più salato. I pochi studi che sono stati fatti al riguardo indicano che la concentrazione di sali potrebbe raddoppiare in alcune regioni verso la fine di questo secolo.

Autore

David Cunillera-MontcusíUniversità di Girona, Miguel Cañedo-Argüelles, Università di Barcellona, Sandra Brucet BalmañaUniversità di Vic – Università Centrale della Catalogna