Effetti radioprotettivi scoperti in alcune vitamine

  • Pubblicato
  • Aggiornato
  • 4 minuti di lettura

Ogni giorno, ogni secondo della giornata, siamo esposti alle radiazioni, energia che viaggia sotto forma di onde o particelle. Ci riferiamo alle innocue onde radio, alle microonde, alla luce stessa che percepiamo con i nostri occhi…

Ma c’è un tipo di radiazione con cui bisogna stare attenti: le radiazioni ionizzanti, un potente agente mutageno e cancerogeno il cui uso è stato esteso alla diagnosi e alla cura di numerose malattie. È quello utilizzato per eseguire radiografie o tomografie computerizzate e per fornire trattamenti di radioterapia, tra le altre applicazioni. Sebbene i suoi benefici siano indubbi, è necessario limitare i possibili danni che possono causare.

Una delle strategie utilizzate per ridurre questo effetto nocivo è la somministrazione dei cosiddetti radioprotettori. Questi composti chimici sono in grado di sequestrare i radicali liberi (molecole instabili che possono accumularsi nelle cellule e danneggiare altre molecole, come DNA, lipidi e proteine, aumentando il rischio di cancro e altre malattie), aumentando la capacità di riparazione del DNA e/o o ridurre la risposta infiammatoria derivata dalle radiazioni.

Attualmente l’interesse della comunità scientifica è focalizzato sulla ricerca di radioprotettori a bassa tossicità. Ed è qui che entrano in gioco alcuni alimenti, perché la nostra dieta abbonda di composti con proprietà antiossidanti, cioè aiutano a eliminare i radicali liberi in eccesso prodotti dalle radiazioni ionizzanti.

È il caso delle vitamine E e C, minerali come selenio, zinco o magnesio, alcuni enzimi e composti fenolici come tocoferoli, flavonoidi e acidi fenolici.

Inoltre, anche le proprietà antiemetiche (che prevengono o riducono la nausea e il vomito) e antinfiammatorie di alcuni alimenti potrebbero essere considerate radioprotettive, poiché l’esposizione alle radiazioni ionizzanti provoca episodi di nausea, vomito o infiammazione. Zenzero, curcumina, aloe vera e aglio, ad esempio, aiuterebbero a combattere questi sintomi.

Vitamine A, C, D ed E

La ricerca di sostanze che ci proteggano da questa forma di energia non si ferma. Così, una recente indagine del Food & Health Lab e del Dipartimento di Farmacia e Tecnologia Farmaceutica e Parassitologia dell’Università di Valencia insieme al Servizio di Protezione Radiologica dell’Hospital Universitario y Politécnico La Fe e all’Unità di Ricerca Mista di Endocrinologia, Nutrizione e La dietetica clinica del La Fe Health Research Institute ha rivelato che quattro tipi di vitamine su tredici esistenti hanno proprietà radioprotettive.

In particolare, le vitamine A, C, D ed E possono essere utili per ridurre gli effetti delle radiazioni sul corpo, sugli organi e sulle cellule. La vitamina E è quella che ha dimostrato la maggiore efficacia, seguita dalle vitamine C, A e D, nell’ordine.

In quali alimenti si trovano queste vitamine?

Non esiste alimento che contenga tutte le vitamine nelle quantità ottimali per il corpo. Per questo è fondamentale seguire una dieta variata che permetta di coprire i fabbisogni nutrizionali (e vitaminici) ed evitare carenze o eccessi che possono portare a uno stato di malnutrizione.

Le vitamine liposolubili (solubili nei grassi) si trovano principalmente in alimenti come oli vegetali, pesce, verdure come carote, broccoli o spinaci e latticini come i formaggi. Le vitamine radioprotettive A, D ed E rientrerebbero in questa categoria.

Nello specifico, la vitamina A si trova nel fegato, nei paté, nelle carote, nell’anguilla, nella margarina, nei formaggi e negli spinaci; la vitamina D, in uova, burro, latte e oli di pesce; e la vitamina E, nella frutta a guscio (come nocciole, mandorle e noci), negli oli vegetali (come l’olio di semi di girasole), nel burro, nella margarina e nelle verdure a foglia verde.

Dal canto loro, le vitamine idrosolubili (solubili in acqua) abbondano soprattutto in alimenti come agrumi, cereali integrali, legumi, alimenti di origine animale e foglie verdi. Quello che ha un effetto radioprotettivo secondo il suddetto studio, la vitamina C, è presente nella frutta (arance, fragole, kiwi…), pomodori, spinaci, patate, peperoni verdi e rossi.

Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per garantire la sicurezza e l’efficacia delle vitamine contro gli effetti delle radiazioni, tutto fa pensare che il loro utilizzo nel personale sanitario e nei pazienti apra nuove interessanti linee di lavoro. Queste scoperte potrebbero persino aiutare a prevenire gli effetti dannosi delle radiazioni cosmiche sui futuri astronauti in viaggio verso la Luna o Marte.

Autore

Nadia San Onofre BernatUOC – Università Aperta della CatalognaAna Melero ZaeraUniversità di ValenciaJose Miguel Soriano del CastilloUniversità di Valencia