Se oggi siamo abituati a navigare in Internet, punta di un enorme iceberg di dati interconnessi, i recenti sviluppi tecnologici dovrebbero consentirci presto di immergerci in questo ribollente oceano di big data.
Immersion mira a fornire all’utente una sensazione di presenza utilizzando tecnologie di cattura e restituzione sensoriale: l’utente si sente trasportato nell’ambiente digitale creato dalle tecnologie digitali, al punto che sente questi oggetti virtuali digitali come parte della sua realtà.
Da parte loro, i sistemi digitali rilevano e interpretano sempre meglio i comportamenti e le emozioni dei loro interlocutori, a tal punto che gli esseri umani hanno l’impressione che questo sistema sia consapevole della loro presenza e interagisca volontariamente.
I film Matrix e più recentemente Ready Player One riflettono bene questa idea: interporsi tra i recettori sensoriali dell’uomo e della realtà per creare un nuovo mondo, che a volte viene chiamato “metaverso“. Questo concetto è già stato utilizzato per diversi anni per i simulatori di aviazione o di guida, o per i parchi di divertimento (The Extraordinary Journey at Futuroscope, per esempio).
Il web immersivo segue tre generazioni del web: dal web 1.0 statico che assomiglia a una “vetrina” espositiva, al web 2.0 partecipativo che integra gli utenti nella creazione di contenuti, e al web 3.0 cosiddetto “semantico”, che introduce l’ingegneria della conoscenza strutturare i dati.
Questa quarta generazione, il “web 4.0” o “web immersivo”, deve essere molto accessibile grazie alle reti 5G ad alta velocità e all’Internet of Things (IoT). L’accoppiamento del web e del 5G ci ha portato dall’inizio degli anni 2020 nell’era di un web “ambient”, pervasivo e ubiquo, dove molti oggetti sono connessi e comunicano autonomamente.
Le tecnologie di realtà virtuale immersiva, aumentata o mista sono considerate da diversi player la quarta rivoluzione digitale (dopo personal computer, laptop e smartphone). Dovrebbero consentire una grande metamorfosi della pratica del Web, le cui funzionalità possono evolvere più o meno rapidamente a seconda del livello di adozione della tecnologia, del dispositivo utilizzato, ma anche in base all’evoluzione delle normative relative alla protezione di dati.
Indice
Come sarà Internet con il web immersivo?
I chatbot virtuali (come ChatGPT) rispondono in modo naturale e preciso alle domande degli utenti. Nel contesto di un motore di ricerca, le query non devono più consistere in parole chiave, ma diventano discussioni naturali.
Questo tipo di conversazione, più naturale per l’uomo, potrebbe avere altre applicazioni: un prototipo di terapie di gruppo in ambito scolastico, ad esempio, è stato testato da 134 studenti della National Tsing Hua University di Taiwan nel 2021. Sistemi simili sono testati per colloqui di lavoro o assistenti industriali.
Le risposte dei motori di ricerca potrebbero essere oggetti 3D virtuali trasferiti all’utente o tour di ambienti virtuali. Le tecnologie immersive sono addirittura considerate una tecnologia dirompente che sta rivoluzionando la gestione e il marketing del turismo.
Inoltre, social network, chat e forum si stanno trasformando in metaversi (second life, Meta Horizon worlds). La videoconferenza può evolvere in “oloportazione”: un sistema sviluppato nel 2016 da Microsoft, che consente ricostruzioni 3D di alta qualità e in tempo reale di un intero spazio, comprese le persone, i mobili e gli oggetti che contiene, utilizzando un set di nuove telecamere di profondità. Questa tecnologia è stata sperimentata anche nel campo dell’educazione attraverso alcuni prototipi, e ha permesso di evidenziare l’importante ruolo della presenza (e della telepresenza) nell’istruzione superiore.
Visori di realtà mista standalone più leggeri e potenti potrebbero consentire l’adozione di questa tecnologia su larga scala, con ad esempio il visore Meta Quest 3 presentato da Mark Zuckerberg il 1° giugno 2023.
Sul versante sanitario, la chirurgia ha visto molti progressi tecnologici, dalla prima telechirurgia nel 2001. I chirurghi possono lavorare da remoto con uno schermo tridimensionale, tramite binocoli ad alta definizione – ma la latenza media, intorno ai 700 millisecondi, favorisce l’allenamento e usi di pianificazione. La prima chirurgia collaborativa della spalla al mondo utilizzando la realtà mista è stata eseguita nel 2017 presso l’ospedale Avicenne AP-HP in Francia. Il feedback tattile consente la trasmissione di informazioni tattili ai chirurghi, consentendo di percepire la consistenza del tessuto e la tensione nelle suture.
Oggi, diversi prototipi di assistenza medica che utilizzano dispositivi tattili e sensori corporei connessi consentono anche di prendere in considerazione la diagnosi e l’assistenza a distanza. Di recente, la NASA ha persino inviato virtualmente medici sulla ISS per aiutare gli astronauti a mantenersi in forma.
Anche l’e-commerce potrebbe beneficiare di tecnologie immersive: telecamere 3D e sensori connessi permetterebbero di trasmettere le misure esatte dei clienti e di provare (virtualmente) le loro scelte in camerini virtuali senza muoversi.
Si prevede inoltre che la navigazione GPS diventi navigazione “VPS” (per Visual positioning system): con gli occhiali di navigazione basati sulla realtà aumentata, oltre che sul feedback sonoro e tattile, diventerebbe più intuitiva. Un tale prototipo destinato agli anziani è stato sviluppato nel 2018 presso Telecom ParisTech in Francia.
Infine, e sebbene sia agli inizi, la ricerca nel campo del “sapore aumentato” mira a sviluppare dispositivi olfattivi per annusare profumi o gustare piatti a distanza.
Cosa possiamo virtualizzare?
Tutti i sensi sono oggetto del recente progresso scientifico e tecnologico: vista, tatto, udito, olfatto, gusto, ma anche i sensi del movimento, dell’equilibrio, del calore, per esempio. In questo senso, è stata così sviluppata un’interfaccia olfattiva flessibile, miniaturizzata e wireless per la realtà virtuale presso l’Università di Hong Kong nel 2023.
Nella modalità visiva, i dispositivi variano in termini di livello di immersione: dagli schermi degli smartphone a bassa immersione, ai dispositivi semi-immersivi come schermi curvi e visori per realtà mista, a dispositivi immersivi come i visori VR (realtà virtuale). Più queste cuffie diventano economicamente convenienti, leggere e autonome, più aumenta l’adozione di questa tecnologia. La community prevede che il visore per realtà mista Apple Vision Pro di nuova generazione annunciato il 5 giugno 2023 alla Apple Worldwide Developers Conference rappresenterà un passo importante verso l’adozione mainstream della tecnologia immersiva, come il 2G nel 2007 per l’adozione degli smartphone.
La modalità sonora spesso accompagna i suoi dispositivi di immersione visiva attraverso il suono spazializzato 3D (il suono stereo tradizionale viene trasmesso in soli due canali, sinistro e destro). Il suono spaziale aggiunge una dimensione extra introducendo informazioni sulla localizzazione del suono verticale, orizzontale e di profondità. Questa tecnologia è ora ben padroneggiata e ampiamente utilizzata nel campo dei videogiochi.
Per il tocco esistono dispositivi cosiddetti “intrusivi” (perché ingombranti) come guanti aptici e tute; e sono in fase di sviluppo altri dispositivi ultrasottili meno invasivi e pelli artificiali collegate.
Altri dispositivi più ludici come bocche artificiali connesse o giocattoli sessuali connessi prefigurano il futuro sviluppo dell’industria “per adulti” su Internet di domani.
I rischi del web immersivo
Oggi, le tecnologie immersive pongono già sfide etiche significative, con potenziali rischi per la salute mentale, tra cui il disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione. Sono anche soggetti a serie preoccupazioni legate alla negligenza personale dei corpi (reali) degli utenti e degli ambienti fisici reali. Possono anche essere utilizzati per registrare dati personali che potrebbero essere distribuiti in modo da minacciare la privacy e presentare un pericolo legato alla manipolazione delle convinzioni, delle emozioni e dei comportamenti degli utenti.
Queste sfide saranno accentuate con il web immersivo. Anche se esistono iniziative per inquadrare eticamente l’uso della realtà virtuale, l’aspetto avvincente del web e l’aspetto intrusivo dell’IoT pongono nuove sfide e richiedono maggiori sforzi per la protezione degli utenti.
Insicurezza, violazione della privacy, isolamento sociale, crimini pornografici, crimini virtuali, mal di testa, lesioni fisiche o dipendenza, tutti questi pericoli saranno accentuati e dovranno attirare l’attenzione sia dei progettisti che dei rappresentanti degli utenti per un uso più sicuro ed etico.
Autore
Ahmed Azough, Polo Leonardo da Vinci