Indice
Come le microemozioni influenzano il pensiero spontaneo
I nostri pensieri sono come un teatro privato e come tali possono affascinarci. A volte sono imprevedibili e a volte arrivano al momento giusto. Possono sorprenderci, stimolarci, spingerci all’azione e talvolta fino alle lacrime. Per quanto i pensieri possano scatenare emozioni, possono anche essere da esse innescati: i sentimenti influenzano ciò che viene mostrato nel nostro teatro mentale.
Le immagini e le frasi fugaci nella nostra mente costituiscono una buona parte della nostra vita. Secondo alcune stime basate sulle transizioni dello stato cerebrale nei dati di neuroimaging, potremmo avere da quattro a otto pensieri al minuto. Anche tenendo conto di alcuni periodi di stanchezza o di apatia e di molti periodi trascorsi a percepire input sensoriali (come leggere o ascoltare), possono arrivare a diverse migliaia di pensieri al giorno.
Diversi disturbi psicologici producono cambiamenti nel flusso del pensiero. Gli stati maniacali, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e l’ansia spesso aumentano il tasso di pensiero, mentre la depressione e la demenza spesso lo riducono.
Pensieri spontanei
Molti pensieri possono essere classificati come spontanei o involontari. Mi vengono in mente; non si sentono intenzionali. Alcuni possono essere idee o intuizioni rilevanti per una situazione attuale, pensieri invadenti legati a preoccupazioni o “libere associazioni” mentre la mente vaga. Alcuni sono ricordi di ricordi autobiografici con qualche collegamento a esperienze recenti.
Da dove vengono i pensieri spontanei? Una fonte ovvia è la stimolazione ambientale: le idee evocate da ciò che vediamo e sentiamo. Tuttavia, i pensieri spontanei spesso compaiono quando l’ambiente è relativamente stabile, come quando si percorre un sentiero familiare o si è seduti su un autobus.
Dalla memoria a lungo termine emergono spesso pensieri spontanei, frammenti inconsci di frasi, immagini, azioni e idee che danno origine anche a sogni. Questi blocchi di costruzione mentale sono l’attività collettiva di reti di neuroni nella materia grigia del cervello le cui connessioni sono state rafforzate da numerose esperienze.
Queste reti neurali sono normalmente inattive, ma quando sono eccitate da altre attività cerebrali, come uno stimolo, un pensiero correlato o la fame, competono per l’accesso alla coscienza in base alla loro forza. La forza competitiva delle reti è influenzata dalla loro rilevanza per la nostra situazione, ma anche per i nostri obiettivi, bisogni, interessi o emozioni. Pensiamo al cibo più facilmente quando abbiamo fame ma anche quando abbiamo una cena importante da preparare.
Le emozioni giocano un ruolo chiave in molti tipi di pensieri spontanei. Ad esempio, i pensieri intrusivi ci vengono imposti dalle emozioni in modo che ci concentriamo su informazioni ad alta priorità come minacce, frustrazioni o opportunità. L’ansia spesso produce pensieri invadenti che puntano a minacce reali o immaginarie. Nello stress post-traumatico, può causare flashback e rimurginazioni ripetitivi.
Mentre le emozioni negative ci fanno concentrare su contenuti ad alta priorità, le emozioni positive sembrano facilitare associazioni più remote o insolite che aumentano la memorizzazione e la creatività. Durante l’euforia – intensa felicità o piacere che potrebbe essere sproporzionato rispetto alle sue cause – i pensieri intrusivi spesso includono anticipazioni ottimistiche e idee fantasiose. La passione induce pensieri spontanei positivi.
Microemozioni
Anche durante le attività quotidiane senza imprevisti, emozioni deboli o microemozioni come preoccupazioni, desideri, irritazione, stress, sorpresa o interesse sono coinvolte nell’orientare molti dei nostri pensieri.
Le microemozioni sono brevi e spesso inconsce. Attivano principalmente micromovimenti come la tensione muscolare o le microespressioni facciali e producono piccole reazioni fisiologiche tra cui la secrezione di adrenalina e risposte cardiovascolari.
Le micro-paure spesso innescano pensieri ipotetici e preoccupazioni che mantengono l’ansia attraverso un ciclo di feedback positivo; questo a sua volta può essere fonte di insonnia. I desideri attivano regolarmente pensieri come obiettivi, desideri e temi di conversazione.
Le microemozioni di colpa o orgoglio innescano intuizioni morali di anticipata disapprovazione o approvazione degli altri, che sono essenziali per sviluppare comportamenti pro-sociali come cooperazione, disponibilità e altri tipi di comportamento a beneficio degli altri. Microemozioni di noia o brama di stimoli possono innescare distrazione o divagazione mentale e possono essere alla base di alcuni sintomi di deficit di attenzione.
Le microemozioni influenzano i nostri pensieri in vari modi. Distraggono la nostra attenzione dal suo oggetto presente, sensibilizzano i sistemi percettivi a notare cose relative al loro tema dominante e facilitano il recupero di ricordi relativi a quel tema. Le microemozioni sono esse stesse innescate da una percezione o da un’idea, spesso inconscia, sufficientemente significativa da attivare sottilmente i sistemi emotivi.
L’amigdala
Le emozioni possono attivare pensieri spontanei attraverso diversi circuiti cerebrali centrati su un hub chiamato amigdala. Quel centro ha accesso ai nostri impulsi e desideri attivati nelle parti inferiori del nostro lobo frontale. Può interpretare il significato emotivo delle percezioni o dei ricordi recuperati e può anche influenzarli.
L’hub dell’amigdala attiva anche gli amplificatori del cervello nel tronco cerebrale che alimentano neuromodulatori come l’adrenalina e la serotonina alla materia grigia. Questi sistemi aumentano il livello di attività neurale e lo guidano verso il tema che è coerente con l’emozione. Quando il pensiero evocato è esso stesso una fonte di emozione, si crea un circuito autosufficiente tra pensiero ed emozione che viene interrotto dalla distrazione o dai processi cognitivi.
In sostanza, i pensieri spontanei sono in gran parte pensieri motivati: ogni minuto, i sentimenti spingono la nostra attenzione, la nostra voce interiore e il nostro teatro mentale in una direzione specifica. Un migliore controllo dei livelli di stress, delle emozioni e delle esperienze quotidiane può migliorare la qualità di questi pensieri spontanei e la soddisfazione che ne deriva.
Autore
Francois Richer, Università del Quebec a Montreal (UQAM)