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Semi di açaí, un rimedio naturale contro obesità e diabete

Salute

L’açaí (Euterpe oleracea), un frutto tipico dell’Amazzonia, ha guadagnato fama mondiale negli ultimi anni come superalimento. I suoi ampiamente riconosciuti benefici nutrizionali hanno provocato un enorme aumento della domanda sia a livello nazionale che internazionale. Secondo l’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica, il Brasile ha prodotto circa 1,6 milioni di tonnellate di açaí nel 2023. Tuttavia, questa popolarità ha portato con sé un importante problema ambientale: i noccioli, che rappresentano oltre il 70% del peso del frutto, vengono spesso smaltiti in modo inadeguato.

All’inizio degli anni 2000, il professor Roberto Soares de Moura, dell’Istituto di Biologia Roberto Alcântara Gomes dell’Università dello Stato di Rio de Janeiro (IBRAG/UERJ), visitò lo stato del Pará, il principale produttore di açaí in Brasile. Durante il suo viaggio, osservò direttamente gli impatti causati dall’eliminazione irregolare di questi noccioli. Da qui nacque il suo interesse per la ricerca sulle proprietà medicinali di questi residui, in collaborazione con la professoressa Angela de Castro Resende.

A quell’epoca, vi erano poche iniziative per riutilizzare questi semi. Nel corso degli anni, sono emersi alcuni progetti interessanti, dalla produzione di cosmetici, bioplastica, carta e biochar, fino all’impiego nella fabbricazione di mobili e calzature.

Tuttavia, il loro potenziale farmacologico è ancora poco esplorato. Era già noto che la polpa del frutto fosse ricca di polifenoli, composti presenti nelle piante, come il resveratrolo nell’uva rossa e gli acidi fenolici nei tè. Queste sostanze sono note per le loro proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e protettive contro le malattie croniche. Da qui l’ipotesi che anche i noccioli potessero contenere antiossidanti.

Nel 2007, Soares de Moura iniziò a studiare l’estratto di nocciolo di açaí nel suo laboratorio. La attuale ricerca si concentra sulla valutazione di questo estratto in modelli di obesità. L’interesse nasce dalla necessità di creare strategie terapeutiche naturali per trattare questa condizione, aggravata dai cambiamenti nelle abitudini alimentari e nello stile di vita della popolazione. La modernizzazione ha favorito il consumo di alimenti ultraprocessati e un comportamento sempre più sedentario.

Dopo diversi anni di studi – finanziati dalla Fondazione Carlos Chagas Filho di Sostegno alla Ricerca nello Stato di Rio de Janeiro (FAPERJ) – il team ha confermato che l’integrazione dietetica con l’estratto di seme di açaí ha effetti molto promettenti contro l’obesità e il diabete, dimostrati in diversi modelli animali e colture cellulari.

Indice

Benefici per il fegato e il metabolismo

Negli esperimenti, utilizzano generalmente topi alimentati con una dieta ricca di grassi, che induce obesità e condizioni metaboliche simili a quelle umane. Dai primi risultati, pubblicati nel 2010, hanno osservato che aggiungendo alla dieta un integratore contenente l’estratto di nocciolo di açaí, gli animali aumentavano di peso del 40% in meno e presentavano livelli di glucosio inferiori del 14% e livelli di insulina inferiori del 70%. Inoltre, i livelli di colesterolo e trigliceridi rimanevano normali, mentre nei soggetti che seguivano solo la dieta ricca di grassi erano più alti di circa il 50%.

Successivamente, hanno scoperto che l’associazione con l’estratto portava anche a una minore accumulazione di grasso nel fegato, anche nei topi che continuavano a seguire la dieta ipercalorica. Quando combinato con l’esercizio fisico, l’estratto ha prodotto risultati ancora più significativi: una riduzione del 70% della glicemia, dell’81% del colesterolo totale e del 72% del grasso accumulato nel fegato.

Hanno identificato alcuni meccanismi d’azione di questi effetti, tra cui cambiamenti nel metabolismo e un aumento dell’escrezione di colesterolo. Hanno inoltre dimostrato che l’estratto agisce direttamente sul sistema renina-angiotensina-aldosterone (SRAA), un insieme di reazioni ormonali fondamentali per la regolazione della pressione sanguigna e dell’equilibrio dei liquidi nell’organismo.

Protezione renale

I benefici dell’estratto sono stati osservati anche nei reni, proteggendoli in condizioni avverse come il diabete e l’ipertensione. In questi casi, i reni tendono a soffrire di infiammazione e hanno difficoltà a filtrare il sangue, problemi noti come nefropatia diabetica e nefropatia ipertensiva. In studi su ratti diabetici o ipertesi, il trattamento ha ridotto l’infiammazione, normalizzato i livelli di urea e creatinina ed evitato danni renali gravi.

Inoltre, l’estratto ha mostrato un potenziale nel prevenire l’ipertensione secondaria in ratti con restringimento dell’arteria renale, una condizione spesso causata dall’accumulo di placche di grasso che può evolvere in una grave disfunzione renale.

Analizzando l’interazione dell’estratto in colture cellulari, hanno verificato che protegge le cellule dallo stress ossidativo indotto da dosi tossiche di perossido di idrogeno e ossigeno. Le azioni antiossidanti si manifestano su più fronti, sia attraverso l’azione diretta dei composti fenolici dell’estratto, sia stimolando la produzione di altre enzimi protettive.

Impatti sull’intestino e sul cervello

I risultati più recenti, frutto della tesi di dottorato di Bernardo Arnoso, discussa nel dicembre 2024, dimostrano che l’estratto di nocciolo ha un’azione simile a quella della metformina – uno dei principali farmaci per il trattamento del diabete – ma con meccanismi leggermente diversi e alcuni vantaggi specifici.

Inoltre, come previsto, l’elevato consumo di grassi ha alterato la popolazione di batteri intestinali. Entrambi i trattamenti hanno ristabilito un equilibrio più sano, ma l’estratto ha avuto un effetto aggiuntivo: ha aumentato la produzione di acidi grassi a catena corta, sostanze benefiche che favoriscono la salute intestinale e il metabolismo.

Nel cervello, i cambiamenti indotti dalla dieta nell’ipotalamo – la regione che regola la fame e il metabolismo – sono stati parzialmente invertiti da entrambi i trattamenti, seppur attraverso vie diverse. La metformina ha aumentato la sensibilità alla leptina (l’ormone che controlla l’appetito), mentre l’estratto ha modulato altri segnali legati all’assunzione di cibo.

Prossimi passi

Uno dei grandi vantaggi dell’estratto di nocciolo di açaí è il suo semplice processo di produzione, che lo rende fattibile su larga scala. Si è già registrato un brevetto per il metodo di estrazione e, sebbene sia disponibile come integratore alimentare, sono ancora necessari studi clinici sull’uomo per renderne possibile l’uso come farmaco.

L’obesità è una delle maggiori sfide sanitarie del XXI secolo e si prevede che il numero di persone con diabete raggiungerà i 1,3 miliardi entro il 2050. Il nostro obiettivo è sviluppare alternative naturali e sostenibili per prevenirle e trattarle, sfruttando i noccioli di açaí per un impatto positivo sulla salute e sull’ambiente.

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