massaggio
  • Categoria dell'articolo:Salute
  • Ultima modifica dell'articolo:19 Dicembre 2022

Il massaggio è considerato una delle più antiche forme di trattamento terapeutico dell’umanità. Il suo uso per scopi curativi fu descritto per la prima volta nel V secolo a.C. da Ippocrate, il padre della medicina occidentale, sebbene ci siano indicazioni che fosse praticato in precedenza.

Quando applicato a fini terapeutici, viene anche chiamato massoterapia, ed è una delle tecniche comunemente utilizzate in fisioterapia.

Il suo uso diffuso nel corso dei secoli e oggi è quindi pienamente accreditato, ma quali evidenze scientifiche abbiamo che funzioni davvero?

Innanzitutto va precisato che i suoi effetti, che variano a seconda della tecnica utilizzata, si classificano in diretti e indiretti. I primi corrispondono al carico meccanico che la manovra esercita sui tessuti, come la compressione dei muscoli; mentre quelli indiretti sono associati a variazioni del flusso sanguigno, alla secrezione di sostanze chimiche o a alterazioni neurofisiologiche.

Perché il dolore diminuisce quando riceviamo un massaggio?

La conseguenza più ovvia e che tutti abbiamo sperimentato in qualche momento nel riceverne una è la riduzione del dolore. Ciò è dovuto al fatto che lo stimolo tattile e l’aumento della temperatura generato dall’azione massaggiante inibiscono l’ingresso di informazioni relative alla sensazione di dolore.

Conosciuta come la teoria del gateway, questo è lo stesso effetto che cerchiamo naturalmente quando ci strofiniamo il gomito dopo aver ricevuto un colpo. Nel nostro sistema nervoso, le informazioni meccaniche viaggiano più velocemente delle informazioni dolorose, il che ci consente di modificare l’input di dati sensoriali nel midollo spinale.

Inoltre, il massaggio potrebbe stimolare la secrezione di sostanze analgesiche (endorfine, serotonina o encefaline) nel nostro corpo. In ogni caso, gli studi pubblicati sul rilascio di questi composti sono scarsi, poiché le evidenze più solide si concentrano sulla percezione del paziente.

Aumento del flusso sanguigno

D’altra parte, si ritiene anche che possa aumentare il flusso sanguigno, che è associato a un migliore apporto di nutrienti e facilita l’eliminazione dei prodotti di scarto. Questo è uno degli obiettivi del massaggio sportivo eseguito dopo l’esercizio.

L’aumento è dovuto a molteplici fattori: pompaggio per compressione e decompressione dei tessuti, vasodilatazione causata dal sistema nervoso autonomo e rilascio di sostanze chimiche.

Ma l’effetto è difficile da interpretare: mentre alcuni studi osservano che il massaggio aumenta la temperatura cutanea e il flusso sanguigno locale, altri, eseguiti dagli ultrasuoni, non rilevano cambiamenti. Questi risultati mettono in discussione, quindi, l’efficacia della massoterapia su questa variabile quando applicata dopo la pratica sportiva.

Per chiudere la sezione cardiovascolare, un’indagine pubblicata nel 2015 sulla rivista Nature ha concluso che il massaggio funziona per trattare l’ipertensione come complemento ai farmaci.

Effetto sui muscoli

A livello scientifico, il massaggio è considerato uno degli strumenti più efficaci per ridurre il dolore muscolare dopo lo sforzo fisico – il noto indolenzimento – e la stanchezza percepita associata all’esercizio. Tuttavia, i cambiamenti osservati nei marcatori di danno muscolare e infiammazione sono modesti. Inoltre, non ci sono prove dirette che migliorino le prestazioni.

L’effetto rilassante sul muscolo è stato associato ad una diminuzione dell’eccitabilità dei neuroni che lo controllano, che potrebbe spezzare il circolo vizioso che facilita il perpetuarsi del dolore. Nonostante il suo diffuso utilizzo per facilitare il recupero dopo l’esercizio, è stato osservato un impatto maggiore sulla percezione soggettiva del disagio che sulla struttura muscolare stessa.

In generale, si presume che il massaggio susciti una chiara risposta psicologica. La diminuzione del cortisolo (ormone dello stress) sarebbe la principale responsabile dell’effetto rilassante sperimentato da molti pazienti, sebbene questi cambiamenti non debbano essere causati direttamente dal massaggio.

Un recente articolo indica che la massoterapia nelle donne in gravidanza potrebbe aumentare i livelli di serotonina, contribuendo a ridurre lo stress e l’ansia.

Allora per cosa funziona davvero?

Al massaggio terapeutico vengono attribuite numerose proprietà, alcune delle quali profondamente radicate nella società, ma gli studi scientifici non danno risultati conclusivi su nessuna di esse.

Metaforicamente, potremmo dire che è il paracetamolo dei fisioterapisti (per le sue proprietà analgesiche), mentre l’applicazione del freddo, o crioterapia, sarebbe ibuprofene (effetto antinfiammatorio).

Una scoperta ricorrente nella ricerca è che il massaggio riduce il dolore a breve termine in diverse patologie. A lungo termine, la sua efficacia è sconosciuta perché la maggior parte degli studi effettua un follow-up inferiore a 12 settimane.

Secondo un’analisi globale dell’evidenza scientifica (che comprende 49 indagini), la sua maggiore efficacia analgesica si verifica nel dolore lombare e cervicale, disagio alla spalla, dolore al parto, artrosi, dolore correlato al cancro, dolore postoperatorio e rigidità.

E nonostante questi risultati, la massoterapia è inferiore rispetto a trattamenti attivi come l’esercizio terapeutico, che prevede la partecipazione del paziente. Il massaggio è una terapia passiva limitata come una singola strategia.

Autore

Lorenzo Antonio Justo CousiñoUniversità di Vigo