Satelliti in orbita

Come fanno i satelliti a tornare sulla Terra?

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La risposta breve è che la maggior parte dei satelliti non torna affatto sulla Terra. La maggior parte di loro brucia nell’atmosfera fino a diventare polvere prima che si avvicini al suolo.

Ogni giorno, pezzi di spazzatura spaziale vengono bruciati nel cielo sopra le nostre teste. Il più delle volte non ce ne accorgiamo nemmeno.

La maggior parte dei satelliti sono destinati a rimanere nello spazio, e di solito non c’è alcun piano per riportarli sulla Terra. Dall’orbita, ci inviano immagini della Terra e segnali per aiutarci a orientarci, tipo il (GPS).

Quelli più vicini alla Terra con il tempo cadranno nell’atmosfera e bruceranno. Alcuni ricadono entro poche settimane dal lancio. Altri sono lassù da centinaia di anni.

Ruggendo nell’atmosfera

I satelliti non si muovono in un orbita a cerchio. Le loro orbite sono di forma ovale, il che significa che a volte un satellite sarà più vicino alla Terra rispetto ad altre volte.

Il sole, durante il giorno riscalda l’atmosfera. Quando i gas nell’atmosfera si riscaldano, crescono verso l’esterno e circondano alcuni satelliti quando questi si trovano nella posizione più vicina alla Terra. Le particelle dell’atmosfera che sfregano contro il satellite lo rallentano, trascinandolo un po’ più in basso. Con il passare del tempo, il satellite raggiungerà gli strati superiori dell’atmosfera e brucerà.

Un satellite viaggia nell’atmosfera ad altissima velocità, fino a 28.000 km all’ora. È circa 35 volte più veloce di un aereo!

E poiché l’attrito è ancora più alto e forte, il satellite si riscalda fino ad andare in pezzi.

Solo alcuni pezzi sopravvivono per poi cadere sulla superficie della Terra o in mare. Si tratta spesso di serbatoi di carburante in acciaio o sfere di titanio, chiamate anche sfere spaziali. 

Alcuni satelliti, sono progettati per tornare sulla Terra, perché hanno raccolto dati che gli scienziati vogliono studiare. Questi satelliti sono dotati di scudi termici per resistere al calore causato dall’attrito dell’atmosfera e di un paracadute per rallentarli in modo che atterrino dolcemente, ancora tutti interi.

Autore

Alice Gorman, Senior Lecturer in archaeology and space studies, Flinders University