Una giovane donna seduta al tavolo della cucina la mattina, con mal di testa, dopo una sbornia

Perché bere alcolici ti fa venire il mal di testa?

Curiosità Scienza

Quando la tua testa ti ricorda gli eccessi della sera prima. La qualità della bevanda influisce sul dolore? Esistono rimedi approvati dalla scienza? È possibile prevenire i postumi di una sbornia?

Da quanto tempo esistono i postumi di una sbornia (o “veisalgia” per gli scienziati)? Probabilmente da molto prima dell’invenzione del vino e di altre bevande fermentate. Infatti, già 10 milioni di anni fa, i nostri antenati potrebbero aver consumato frutti caduti a terra, potenzialmente marci e quindi carichi di alcol. Sebbene questo consumo avesse il vantaggio di fornire molte calorie grazie all’etanolo (7 kcal/g rispetto alle 4 dei carboidrati o delle proteine), comportava anche degli svantaggi che i nostri predecessori avranno presto notato: l’alcol rende inizialmente allegri… ma poi provoca malessere.

Infatti, il nostro organismo non è ben adattato a questa sostanza, e l’alcol rimane tossico, anche se l’evoluzione ha fatto il possibile stabilizzando nel nostro genoma una mutazione del gene che codifica per l’enzima ADH4 (alcol deidrogenasi 4), rendendolo 40 volte più efficace nel compiere il primo passo della detossificazione dell’alcol.

Tuttavia, questa mutazione non ci immunizza dagli effetti dell’alcol.

Appena ingerito, l’alcol passa rapidamente nello stomaco per arrivare all’intestino e poi nella circolazione sanguigna (è rilevabile nel sangue pochi minuti dopo l’ingestione), raggiungendo tutti gli organi, incluso il cervello (da qui i primi effetti) e il fegato (dove si manifestano gli effetti successivi). Se le dosi ingerite sono estreme, le conseguenze possono essere drammatiche: il corpo segnala l’avvelenamento con nausea, vomito… o, nei casi più gravi, coma etilico (e morte).

Ma torniamo al caso, fortunatamente più comune, di un “eccesso moderato”. Nel cervello, l’alcol svolge vari ruoli, tra cui stimolare la secrezione di dopamina (che provoca l’effetto iniziale di euforia e stimolo), prima che l’effetto sedativo prenda il sopravvento, causando la caratteristica fase di sonnolenza. Si cade quindi in un sonno piuttosto agitato… e il risveglio ci ricorda dolorosamente gli eccessi della sera precedente e l’intossicazione che ne deriva. È infatti il fegato che deve decomporre l’alcol, trasformando l’etanolo in acetaldeide e poi in acetato, composti che restano comunque tossici per il nostro corpo. Inoltre, l’alcol interferisce con la produzione di vasopressina, un ormone antidiuretico che regola l’attività renale, portando a un maggiore bisogno di urinare per eliminare le tossine. Questo utilizzo massiccio di acqua provoca una disidratazione, una delle cause principali del mal di testa.

A ciò si aggiunge l’effetto vasodilatatore dell’alcol (che provoca quella sensazione di “calore” dopo i primi sorsi, un’illusione poiché il corpo si raffredda ancora più rapidamente in seguito), insieme alle alterazioni della glicemia, alla secrezione di neurotrasmettitori e alla risposta infiammatoria. Tutti questi effetti contribuiscono ai postumi compreso il mal di testa, anche se i meccanismi non sono ancora completamente chiari.

Sfatiamo quindi alcuni miti: sì, anche i vini di alta qualità provocano i postumi di una sbornia. Sì, anche i vini “naturali”. No, lo zolfo non è il colpevole, ma è l’alcol. O almeno, lo zolfo può essere un problema solo per chi è particolarmente sensibile ai solfiti; altri, invece, reagiscono agli istamini e ad altre ammine biogene, che alcuni vini poco solfitati contengono in quantità maggiori…

E in caso di eccesso non evitato, ci sono strategie per alleviare il malessere? Alimenti che possono aiutare? Farmaci? L’unico consiglio valido sembra essere una dieta leggera (per alleggerire il fegato) e una buona reidratazione con tisane o altre bevande calde, anche se non faranno miracoli per il mal di testa. Per quanto riguarda il mercato della parafarmacia, sebbene sia pieno di formule “anti-postumi” (a base di vitamine per stimolare il fegato o probiotici per “catturare” l’alcol prima che entri nel sangue), nessuno studio scientifico serio ha dimostrato la loro efficacia. Restano solo il paracetamolo o l’ibuprofene per alleviare il dolore. Attenzione, però, agli effetti epatotossici di queste molecole: meglio non stressare ulteriormente il fegato. E soprattutto, evitate di curare il male con il male, bevendo un altro bicchiere di alcol. Sebbene l’effetto anestetico e analgesico possa dare un temporaneo sollievo, il dolore ritornerà più forte di prima!

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