Malattie autoimmuni: il nostro corpo si distrugge davvero da solo?
Per molto tempo abbiamo pensato che le malattie autoimmuni fossero un errore del sistema immunitario. L’idea più diffusa suggerisce che il nostro corpo attacchi se stesso, una prospettiva che può essere spaventosa per chi riceve una diagnosi del genere. Tuttavia, ricerche recenti ci offrono una prospettiva diversa.
E se il nostro sistema immunitario non si sbagliasse? E se, in realtà, stesse rispondendo a minacce reali? Da questo nuovo punto di vista, le malattie autoimmuni sarebbero una difesa contro agenti esterni. Durante questa lotta, i tessuti sani verrebbero danneggiati.
In questo caso, le malattie autoimmuni potrebbero essere sintomi dell’esposizione a fattori ambientali dannosi.
Sebbene esistano predisposizioni genetiche, l’ambiente gioca un ruolo cruciale nello sviluppo di queste patologie. Pertanto, i fattori ambientali che possiamo modificare diventano protagonisti della risposta immunitaria in questo nuovo approccio.
Indice
Un problema in crescita
Le malattie autoimmuni si manifestano in molte forme. Possono colpire un singolo organo, come nel caso della tiroidite di Hashimoto, o essere sistemiche, come il lupus.
Diverse fonti internazionali indicano che queste malattie sono in aumento. Questo è particolarmente vero per quelle legate all’intestino. Inoltre, le patologie autoimmuni sono più comuni nelle donne. Una delle principali sfide è la loro diagnosi, spesso aspecifica.
A causa del loro impatto sulla qualità della vita e sui costi medici, queste malattie rappresentano una grande sfida per la salute pubblica. Le ricerche suggeriscono che i fattori ambientali sembrano essere necessari per scatenare le risposte autoimmuni, al di là della genetica.
Questo è il punto del dibattito attuale: è la genetica o l’ambiente il problema di origine? Dato che il nostro DNA si è evoluto per migliaia di anni, potremmo vedere queste malattie come un segnale.
E questo segnale indica che lo stile di vita moderno è incompatibile con la salute.
Come avviene la guerra molecolare
Le ricerche suggeriscono che il cosiddetto “mimetismo molecolare” sia la chiave. Significa che molecole esterne simili a quelle del corpo attivano risposte autoimmuni, il che ci porta a pensare che il sistema immunitario attacchi per errore le nostre cellule, ma non è esattamente così.
Questa sfumatura è importante per l’azione medica. Se l’errore è nel nostro organismo, dobbiamo correggerlo. Ma se il problema sono i fattori ambientali, la correzione deve essere diretta verso le abitudini o l’ambiente del paziente.
Quali potrebbero essere questi agenti ambientali esterni che attivano le risposte autoimmuni del nostro organismo? Un esempio potrebbe essere il glutine.
In uno studio pubblicato nel 2021, è stata esplorata la somiglianza tra il glutine e le proteine di agenti patogeni microbici. Gli autori hanno ipotizzato che il glutine contenga componenti che inducono una risposta infiammatoria, simile a quella di alcuni batteri.
Un altro lavoro, pubblicato nel 2023, ha trovato un batterio che potrebbe essere collegato allo sviluppo del diabete di tipo 1. Ciò avverrebbe a causa della digestione del glutine, che attiverebbe cellule immunitarie in grado di scatenare questa malattia.
Secondo queste ipotesi, il danno causato dal glutine non sarebbe direttamente dovuto a un fallimento dell’organismo. Invece, sarebbe la conseguenza di uno squilibrio del microbiota intestinale.
Comprendiamo davvero le malattie autoimmuni?
Questi risultati sollevano domande importanti sulla nostra comprensione dell’autoimmunità. Non solo nel caso della celiachia, ma anche in altre malattie.
Ad esempio, diversi studi hanno suggerito che ridurre o eliminare il glutine migliora anche i sintomi di malattie non celiache. Questo include la tiroidite e la pancreatite autoimmuni.
Il nuovo approccio sull’autoimmunità mostra un’interazione complessa tra ambiente, microbiota, genetica e salute umana. Le ricerche suggeriscono che le malattie autoimmuni non si spiegano più con un errore del nostro organismo, ma si accentuano come conseguenza dei recenti cambiamenti nel nostro stile di vita.
Queste sono alcune delle ragioni per cui i ricercatori sottolineano che la pratica regolare di esercizio fisico, una dieta povera di alimenti processati e il vivere in aree con meno inquinanti artificiali (come le zone rurali) sono associati a una minore incidenza di queste malattie.